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L’informazione un bene da difendere

di Gino Di Tizio

Segnalo un articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera che parla del "futuro della stampa" e sostiene nel titolo "L'informazione è un bene prezioso, difendiamola per migliorarla".

L'autrice, Caterina Malavenda, offre molti spunti che meritano riflessione ed anche approfondimenti.

Uno di essi è riferito alla pubblicazione di una notizia di un arresto senza il nome di chi era finito in manette, ma con la sua foto.

L'autrice se la prende con la mancata diffusione del nome, ma non dice che la pubblicazione della foto segnaletica equivale non solo ad una barbarie, ma rappresenta una palese lesione dei diritti della persona arrestata.

Osserva poi che "l'informazione è stata depauperata" del suo ruolo che sarebbe quello di "un cane da guardia" che, osserva, "raramente morde" e spesso, troppo spesso, abbaia a vuoto.

Forse pesa anche che troppe volte per far tacere quel cane torna utile il ricorso a qualche sostanziosa polpetta, senza pensare a quelle avvelenate...

La parte più convincente, almeno dal mio punto di vista, è quella finale dove Caterina Malavenda ci dice che "bisognerebbe tornare a cercare le notizie, senza attende che arrivino, magari già edulcorate, perché tornino ad essere indispensabili".

Già, detta più brutalmente la cosa, la dovremmo smettere di svolgere il ruolo di compiacenti megafoni dei palazzi, compreso quello dove alloggiano le procure, senza mettere al primo posto il rispetto del cittadino e dei suoi diritti.

Purtroppo, visto l'andazzo, per arrivare a tanto c'è nella realtà odierna, mola strada da fare.

Ma sarebbe ora di cominciare a camminare.

tutti pazzi per la Civita

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